Da ultima a stella del campionato: come la Roma ha cambiato tutto (e come puoi farlo anche tu)

La rinascita della Roma: dall’orlo della retrocessione alla corsa Champions

La Roma ha compiuto un percorso straordinario nella stagione 2024/25, trasformandosi da squadra in zona retrocessione a seria contendente per la Champions League. La vittoria per 1-0 contro l’Inter campione d’Italia del 27 aprile 2025, grazie al gol decisivo di Matias Soulé, rappresenta il culmine di una metamorfosi iniziata con l’arrivo di Claudio Ranieri nel novembre 2024. Questo notevole cambiamento si è realizzato attraverso precise strategie tecniche e organizzative che offrono preziosi insegnamenti applicabili anche nel mondo professionale.

A novembre 2024, la situazione era critica: appena 13 punti in 12 partite, con solo tre lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione. Un scenario che richiama quello di molte aziende in difficoltà. Sotto la guida di Ranieri, la trasformazione è stata impressionante: 13 vittorie, 5 pareggi e sole 3 sconfitte in 21 incontri, con la conquista del sesto posto. I dati ufficiali confermano che nel girone di ritorno la Roma ha totalizzato 34 punti in 14 giornate, miglior rendimento dell’intero campionato.

Stabilità dirigenziale e chiarezza dei ruoli: la base del successo

Il primo fattore determinante nella rinascita giallorossa è stata la riorganizzazione della struttura dirigenziale, creando una catena di comando definita e funzionale. La proprietà ha implementato un cambiamento strutturale ben documentato: Claudio Ranieri nominato allenatore a metà novembre, Paolo Benetti come vice e Maurizio Lombardo confermato nel ruolo di Chief Football Operating Officer. Questa struttura più snella ha sostituito il confuso doppio avvicendamento tra De Rossi e Jurić, portando a decisioni più rapide e maggiore responsabilizzazione.

Nel contesto lavorativo, questo principio si traduce nella necessità di definire chiaramente i ruoli, evitando sovrapposizioni che generano confusione. È fondamentale semplificare i processi decisionali, riducendo i passaggi burocratici e garantendo continuità nella leadership. Non sorprende che, secondo uno studio dell’Harvard Business Review, le organizzazioni con ruoli ben definiti mostrino una produttività superiore del 27% rispetto a quelle con strutture ambigue.

Gestione ottimale delle risorse: qualità sopra quantità

Il secondo elemento chiave è stato il miglioramento nella gestione delle energie e delle risorse umane disponibili. La squadra ha drasticamente ridotto gli infortuni grazie a piani di recupero personalizzati, come dimostrano i 17 risultati utili consecutivi in Serie A e le sole 3 sconfitte dall’arrivo di Ranieri. L’utilizzo strategico di giocatori chiave come Soulé (22 presenze stagionali) e Dovbyk (11 reti in campionato) ha massimizzato l’efficacia della rosa.

Ranieri ha rivoluzionato la preparazione atletica con sessioni di allenamento più brevi ma intense, rispettando i tempi di recupero individuali e monitorando costantemente i parametri fisici di ciascun atleta. Nel mondo del lavoro, questo approccio si traduce nel privilegiare la qualità sulla quantità, concentrandosi su periodi di lavoro intenso e focalizzato anziché su estenuanti sessioni a bassa produttività. La personalizzazione dei carichi di lavoro e la valutazione basata sui risultati piuttosto che sulle ore lavorate completano questa filosofia.

Valorizzazione dei talenti inespressi: la vera innovazione

La strategia più brillante è stata l’identificazione e la valorizzazione dei talenti sottoutilizzati all’interno della rosa esistente. Ranieri ha trasformato giocatori prima marginali in protagonisti assoluti: Matias Soulé è passato da zero gol sotto la precedente gestione a sei reti decisive, Bryan Cristante è stato riconvertito con successo nel ruolo di regista (4 assist decisivi), mentre Rasmus Højlund ha realizzato 8 reti nonostante un infortunio iniziale. Questo approccio ha permesso alla Roma di competere ad alti livelli senza ricorrere a costosi investimenti di mercato.

Applicato al contesto professionale, questo principio suggerisce di:

  • Analizzare attentamente i punti di forza del team prima di cercare nuove risorse
  • Riposizionare i collaboratori in ruoli più congeniali alle loro competenze
  • Creare un ambiente che permetta l’espressione ottimale dei talenti esistenti

Un’indagine di Gallup conferma l’efficacia di questo approccio: i dipendenti che utilizzano quotidianamente i propri punti di forza mostrano un coinvolgimento maggiore del 6% e una produttività superiore dell’8-15%.

Trasformazione misurabile: i numeri del cambiamento

I progressi della Roma sono quantificabili attraverso statistiche ufficiali che testimoniano l’efficacia delle strategie adottate: la scalata dal 15° al 6° posto in classifica, un vantaggio di 11 punti sull’Atalanta e 15 sulla Lazio rispetto a dicembre, 55 punti totali a fine aprile e una percentuale di vittorie del 67% con Ranieri contro il 33% del predecessore. La squadra ha trovato un equilibrio che sembrava impossibile solo pochi mesi prima, migliorando sensibilmente sia in fase difensiva che offensiva.

Lezioni applicabili: un modello di trasformazione efficace

L’esperienza della Roma dimostra che anche nelle situazioni più critiche è possibile invertire una tendenza negativa attraverso scelte strategiche mirate. Le tre mosse fondamentali – ridefinizione dei processi decisionali, ottimizzazione delle risorse esistenti e valorizzazione dei talenti nascosti – costituiscono un modello replicabile in qualsiasi contesto professionale.

La lezione più significativa è che i grandi cambiamenti non richiedono necessariamente rivoluzioni radicali o investimenti enormi, ma piuttosto una visione chiara, decisioni strategiche e la capacità di valorizzare le risorse già disponibili. Se una squadra di calcio può reinventarsi così profondamente in pochi mesi, passando dalla lotta per non retrocedere all’ambizione Champions, qualsiasi organizzazione può trarre ispirazione per affrontare le proprie sfide con rinnovata fiducia nei propri mezzi.

Mentre la Roma continua la sua rincorsa verso traguardi che sembravano irraggiungibili, il suo percorso ci ricorda che la vera trasformazione parte sempre da un’attenta analisi di ciò che già possediamo e da scelte strategiche che valorizzino al massimo il potenziale esistente.

Quale fattore ha reso possibile la rinascita della Roma sotto Ranieri?
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